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Igiene dentale e profilassi Roma

Igiene dentale e Profilassi

L’odontoiatria moderna, come tutta la medicina, si fonda sull’assioma: “prevenire è meglio che curare”.

Per prevenire le più importanti malattie odontoiatriche è necessario conoscere le cause che le determinano, dopodiché si deve agire con decisione nel controllarle.

Le principali malattie dei denti e del parodonto (tessuti di sostegno dei denti) riconoscono cause ben individuate e controllabili. La carie dentale e la parodontopatia (la piorrea, come era chiamata una volta) vedono la placca batterica come principale fattore responsabile; la malocclusione, invece, è frequentemente determinata geneticamente, e talvolta aggravata, da fattori esterni quali l’abitudine che si protrae oltre tempo a succhiare, ad esempio il dito o il ciuccio, o dalla tendenza del bambino a respirare con la bocca.

Tre sono i livelli di prevenzione della carie dentale e della parodontopatia, su cui si concentra l’attenzione e la competenza del nostro staff medico.

  • IL PRIMO: Prevenzione primaria. Essa mira al monitoraggio, controllo e rimozione delle cause che possano essere ascrivibili all’insorgenza della malattia in modo da scongiurarla.
  • IL SECONDO: Prevenzione secondaria. Consiste nell’intercettare il danno precocemente, tanto da renderlo reversibile. Si attua sottoponendosi a visite periodiche dentistiche, nel corso delle quali il nostro staff medico potrà rilevare una gengivite iniziale, una carie nei primi stadi di sviluppo oppure un morso crociato che influenza negativamente la crescita dei mascellari e lo sviluppo della dentizione. Sottoponendosi a prescrizioni e terapie poco o nulla invasive quando la malattia è allo stadio iniziale, è possibile guarire la gengivite, arrestare la carie e far riprendere una crescita equilibrata ai denti e ai mascellari.
  • IL TERZO: Prevenzione terziaria. Consiste in un intervento terapeutico mirato a curare il danno ormai provocato. Quotidianamente il dentista si cimenta nella cura di carie dentarie più o meno estese e di parodontopatie. Il suo intervento, in questi casi, pur non potendo garantire la completa “restitutio ad integrum”, ossia il ripristino dello stato precedente alla condizione medica, guarisce la malattia in atto e restituisce funzione ed estetica a denti e gengive.

La profilassi

La profilassi è quella branca dell’odontoiatria che si occupa di mantenere il più a lungo possibile la salute orale. Naturalmente connessa agli aspetti della prevenzione, la profilassi, dal greco difendere o prevenire in anticipo, trova presso di noi il riconoscimento prioritario che merita.
Si compone di più punti:

  • La visita di controllo programmata
    Lo scopo della visita è quello di rilevare precocemente eventuali nuove patologie al fine di curarle nella maniera più semplice, veloce ed economica possibile e di tenere sempre sotto controllo i “vecchi lavori” per poterli sostituire quando necessario. In questo modo il paziente mantiene sempre la propria bocca al massimo dell’efficienza e, con un po’ di impegno da parte sua, può ridurre al minimo gli interventi indispensabili.
  • La seduta di igiene orale
    La seduta di igiene orale ha lo scopo di “monitorare” il livello di igiene raggiunto dal paziente, di aiutarlo a rimuovere la placca e il tartaro “sfuggiti” alle manovre di igiene domiciliare, e di rimotivarlo ad usare i mezzi e le tecniche adeguati a mantenere il proprio “patrimonio di salute orale”. L’istruzione e la motivazione sono fondamentali e il nostro staff medico dà molta importanza a questo aspetto perché niente può sostituire l’efficacia di una corretta igiene orale domiciliare. Particolare attenzione inoltre viene data alle abitudini alimentari, spesso causa di carie “nascoste” e alla frequenza con cui vengono consumati i cibi. L’utilizzo di test biologici poi permette di verificare, una volta applicati i consigli, se il paziente ha eliminato il “rischio carie” e/o della parodontopatia.

La fluoroprofilassi

La fluoroprofilassi

In passato si riteneva che il fluoro avesse soltanto un effetto post-eruttivo, cioè che agisse sui denti presenti nel cavo orale. In realtà non è così. La fluorizzazione dell’acqua potabile ha sia effetti post-eruttivi locali, cioè sugli elementi già erotti, sia effetti sistemici o pre-eruttivi, ovvero influisce sulle gemme degli elementi in formazione. Gli studi che sono stati condotti rilevano che, per la prevenzione della carie, la componente pre-eruttiva dell’azione del fluoro ha un’importanza significativa.

Sigillante naturale

Nella zona dei solchi e delle fossette, il 66% dell’effetto protettivo del fluoro dipende dalla sua disponibilità durante la formazione e il 33% dall’esposizione post-eruttiva Nelle superfici interprossimali il 50% dell’efficacia è dovuto alla fase pre-eruttiva e il 50% alla fase post-eruttiva. Nelle altre superfici lisce del dente è più importante la continua esposizione al fluoro dopo l’eruzione (75%), rispetto all’apporto durante la formazione (25%). Quindi, in totale, in un soggetto di quindici anni l’effetto protettivo del fluoro sullo sviluppo della carie è per metà dovuto alla fase pre-eruttiva e per metà alla fase post-eruttiva. La disponibilità di fluoro durante la fase pre- eruttiva è importante su tutte le superfici considerate. Per ottenere la migliore protezione contro le lesioni cariose, l’apporto di fluoro nella dentatura decidua dovrebbe cominciare dalla nascita. Il modo migliore per prevenire la carie in un dente già erotto è mantenere disponibili nel cavo orale basse concentrazioni di fluoro, costanti nel tempo. Le principali fonti di questo ione sono l’acqua potabile e le paste dentifricie.

Depositi di fluoro

Il fluoro si può accumulare in diversi siti nel cavo orale. Ad esempio, si ritrova sulle superfici dei denti, sui tessuti molli e nella placca batterica. Anche i cristalli di fluoruro di calcio sullo smalto e nelle zone vicine possono costituire un valido deposito.In condizioni di pH neutro gli ioni di fluoro sono stabilizzati grazie alla presenza di un rivestimento di fosfoproteine. Quando il pH diminuisce per la presenza della placca batterica, calcio e fluoro sono liberati e aiutano la superficie del dente a mineralizzarsi nuovamente. Alla sospensione del fluoro, i depositi si svuotano progressivamente e dopo 2-3 settimane la concentrazione salivare di fluoro risulta nulla. Pertanto: ogni programma preventivo deve avere come obiettivo quello di mantenere in efficienza i depositi di fluoro. La chiave per ottenere questo risultato è utilizzare quotidianamente dentifrici e/o colluttori fluorati.

Come mantenere “i depositi di fluoro”

L’applicazione topica di fluoro ad alta concentrazione permette la formazione di cristalli di fluoruro di calcio sulla superficie del dente. Questo procedimento ha la massima efficacia in determinate occasioni . Tuttavia per ottenere i migliori risultati, distribuiti in tutti i gruppi di età, è necessario che il fluoro sia assunto quotidianamente. Quando l’acqua potabile è fluorata si hanno effetti simili ad un’applicazione topica di fluoro, cioè una prevenzione della carie sia dello smalto, sia delle superfici radicolari. Un altro importante presidio è rappresentato dai dentifrici al fluoro: usandoli come descritto successivamente, se ne possono trarre i maggiori vantaggi.

I collutori al fluoro

II contenuto in fluoro dei comuni dentifrici è sufficiente per garantire i piccoli apporti che sono quotidianamente necessari. Pertanto, l’uso di un collutorio non apporta benefici aggiuntivi. Un’indicazione per l’uso di collutori a alto contenuto di fluoro è la prevenzione delle carie radicolari, nei pazienti di età avanzata.

La carie delle superfici radicolari esposte

Dal momento che la prevenzione consente di mantenere più a lungo gli elementi dentari, è maggiore l’incidenza della carie radicolare all’aumentare dell’età. Le radici non sono ricoperte dallo smalto e richiedono pertanto una concentrazione salivare di fluoro maggiore per mantenere la loro mineralizzazione (si è calcolato che il fabbisogno è 10 volte superiore). Questi soggetti hanno un più alto rischio di carie e richiedono un apporto di fluoro superiore .

Come ottenere i migliori risultati con i dentifrici al fluoro

Spazzolare i denti più spesso

Se i denti vengono lavati più di una volta al giorno, l’effetto protettivo del fluoro aumenta.

Il solo contatto con il fluoro contenuto nel dentifricio è un beneficio, anche se si ha poco tempo per spazzolare i denti. Un momento ideale per un’igiene orale accurata è la sera, prima di coricarsi: durante la notte il flusso salivare è ridotto, pertanto il fluoro depositato sulle superfici dei denti viene trattenuto più a lungo.

E’ stato calcolato che eseguendo l’igiene orale 2 o più volte al giorno si aumenta l’efficacia preventiva contro la carie del 20%.

Aumentare il tempo di contatto: non sciacquare la bocca

Risciacquare la bocca dopo aver lavato i denti riduce la concentrazione di fluoro disponibile. Si può pertanto suggerire ai pazienti di sputare l’eccesso di schiuma senza però sciacquare.

In alternativa: trattenere la schiuma in bocca per 60 secondi, come se fosse un collutorio, poi sciacquare.

Trattare gli elementi permanenti in eruzione. Il periodo che segue l’eruzione di un dente permanente è quello in cui lo smalto risulta più suscettibile ai benefici dell’applicazione topica di fluoro.Quando un elemento permanente erompe nel cavo orale, la sua superficie non è ancora completamente mineralizzata': lo smalto risulta quindi più poroso. Inoltre, in questa fase i cristalli dello smalto presentano più impurità, come carbonati, che sono solubili da parte degli acidi.” La maturazione completa dello smalto si compie in circa due anni dopo l’eruzione. Nel periodo post-eruttivo l’applicazione topica di fluoro è del 50% più efficace che in elementi con smalto già “maturo”.

La maggior parte delle lesioni cariose, nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, si sviluppano a partire dai solchi e dalle fossette. Pertanto sono queste le zone che devono essere trattate con applicazioni topiche di fluoro, eseguite a livello professionale. La gran parte delle carie delle superfici occlusali iniziano proprio durante l’eruzione del dente, anche se la lesione clinica vera e propria si può sviluppare dopo molti anni.Sebbene anche la superficie occlusale dei premolari presenti solchi e fossette, sono soprattutto i molari ad essere suscettibili alla carie. Ciò è stato attribuito alla differente durata del periodo eruttivo nei diversi tipi di elementi dentari. I molari permanenti erompono completamente in 14-18 mesi

In questo periodo gli accumuli di placca sono più abbondanti e più presenti nel tempo, anche perché il dente non in occlusione ha minore auto-detersione durante la masticazione. Al contrario, i premolari erompono in uno o due mesi: hanno perciò minori probabilità di sviluppare lesioni cariose.

Monitorare le età a rischio

I gruppi di età da monitorare sono: tra 5 e 7 anni (eruzione dei primi molari permanenti) e tra 11 e 14 anni(per eruzione di premolari e secondi molari). Spesso nel sesso femminile l’eruzione è anticipata di circa un anno.
Non è necessario trattare gli elementi del settore anteriore, che sono a ridotto rischio di carie: in queste zone è sufficiente l’utilizzo di un dentifricio al fluoro.

Studio Dentistico Dott. Marcello Lenci
Roma


Studio Dentistico Dott. Marcello Lenci
  • Parodontologo, Implantologo
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